IL NORDIC WALKING E IL PARKINSON

La collaborazione tra  ASD NORDIC WALKING INMYLIFE e AS.P.I. GROANE

Intervista al Dott. FRANCO GRASSI - Referente Ambulatorio disturbi del movimento Osp. di Garbagnate M.

Intervista alla Sig.ra ROSETTA PIROCCA – Presidente Associaz. Parkinson Insubria Groane sez. Garbagnate M.

Caregiver, pazienti e le nostre Istruttrici al termine del primo “Corso Base di Nordic Walking”
Caregiver, pazienti e le nostre Istruttrici al termine del primo “Corso Base di Nordic Walking”

ASD Nordic Walking Inmylife e As.P.I. Groane hanno intrapreso, da inizio anno, una collaborazione mirata all’insegnamento e alla pratica del Nordic Walking ai pazienti affetti da Parkinson.

Questa collaborazione è, per la nostra associazione, una esperienza che ci ha permesso di mettere in pratica le formazioni che i nostri istruttori hanno avuto sulla disabilità e aperto dei nuovi orizzonti sui benefici della Camminata Nordica.

È quindi stata una importante opportunità di crescita per i nostri istruttori che hanno risposto con grande passione all’applicazione di questa disciplina come forma pro terapeutica per i malati di Parkinson.

Di tutto ciò dobbiamo ringraziare As.P.I. Groane    che ci ha coinvolto e di cui abbiamo il piacere di raccontare chi sono e cosa fanno.

As.P.I.Groane (Associazione Parkinson Insubria Sezione di Garbagnate Milanese e rhodense), è una associazione a carattere di volontariato, fondata nel 2014 grazie all’iniziativa congiunta dei familiari e dei pazienti afferenti all’ambulatorio malattie extrapiramidali dell’Azienda Ospedaliera G. Salvini di Garbagnate Milanese, dei medici dell’Unità Operativa di Neurologia della stessa Azienda Ospedaliera e dell’Ospedale di Rho.
As.P.I. Groane si propone in particolare i seguenti obiettivi:

·   Venire incontro alle necessità dei malati di Parkinson, allo scopo di migliorarne la qualità di vita.

·   Fornire sostegno e supporto informativo ai loro familiari.

·   Promuovere iniziative ed istanze presso le amministrazioni locali e le strutture pubbliche e private al fine di creare o di migliorare servizi e prestazioni.

·   Promuovere convegni ed incontri per approfondire i vari aspetti della malattia, sia dal punto di vista medico-terapeutico che riabilitativo.

·   Collaborare con i presidi ospedalieri dedicati.

Per chi volesse approfondire il tema riportiamo l’indirizzo del sito internet https://www.aspigroane.it/


Intervista al Dott. FRANCO GRASSI - Referente Ambulatorio disturbi del movimento Osp. di Garbagnate M.

Tra i promotori del Nordic Walking all’interno di As.P.I. Groane, un ruolo primario lo ha avuto il Dott. Franco Grassi che opera nella unità operativa di Neurologia dell’ospedale Salvini di Garbagnate Milanese, ASST-Rhodense, con cui abbiamo il piacere di parlare e che ringraziamo per la sua disponibilità.

Dott. Grassi, ci può parlare un po’ di Lei e del suo percorso professionale?

Mi sono laureato in medicina e, a seguire, specializzato in neurologia nel 1993 discutendo una tesi sull’impiego delle metodiche funzionali di medicina nucleare nello studio dei parkinsonismi. La mia formazione iniziale si è svolta al S Raffaele nella neurologia del Prof Nicola Canal e nella medicina nucleare diretta dal Prof Ferruccio Fazio. Poi nel 97 ho lasciato la ricerca e ho iniziato il mio percorso clinico alla neurologia dell’ospedale di Garbagnate dove ancora lavoro e dove ho creato l’ambulatorio dei disturbi del movimento di cui sono referente.

Può aiutarci a capire meglio cosa è il Parkinson e quali sono i sintomi iniziali e principali della malattia?

Il Parkinson fa parte del grande capitolo delle malattie degenerative del sistema nervoso, un capitolo estremamente complesso a cui appartengono patologie di cui poco si conosce, circa i meccanismi che portano alla progressiva e accelerata morte delle cellule nervose, da cui poi derivano i sintomi che il paziente riferisce al medico. Nel Parkinson, in particolare, la degenerazione colpisce preferenzialmente quella parte del sistema nervoso preposta alla preparazione del movimento e agli automatismi che consentono alla nostra gestualità di fluire in modo armonico. Ecco quindi che il paziente manifesta rallentamento nei movimenti, tremore e maggiore instabilità nella postura con maggiore rischio di caduta.

Abbiamo saputo che lei è stato uno degli attori della nascita di As.P.I. Groane, ci può raccontare qualcosa di questa bella avventura?

Come tutte le cose belle l’associazione è nata quasi per caso anche se la volontà di poter costruire per i pazienti un ambiente in cui potessero sentirsi più solidali e meno impauriti dai disagi della malattia è sempre stato uno degli obiettivi guida della mia attività di medico. La casualità è venuta dall’incontro con Rosetta, attuale Presidente e fondatrice di As. P.I. Groane, e suo marito e dalla trasformazione in amicizia dell’iniziale rapporto professionale che ci ha fatti conoscere.

Passando a quello che ci riguarda più direttamente, siamo curiosi di sapere come ha conosciuto e si è avvicinato al Nordic Walking?

Il Nordic l’ho conosciuto durante un convegno tenutosi a Verona organizzato dal Prof Tinazzi col patrocinio della Fondazione LIMPE , la società scientifica che raccoglie i neurologi che si occupano di Parkinson. Nell’occasione una parte del convegno era dedicata alle attività fisiche adattate alla malattia di Parkinson e fra queste il Nordic Walking, proposto allora in forma pionieristica come forma di riabilitazione per i pazienti.

Quali sono, secondo lei, le caratteristiche di questa disciplina che la rendono idonea e utile ai malati di Parkinson?

Come anticipato, nella malattia di Parkinson i pazienti presentano, in varia combinazione, un disturbo della postura (con tendenza a curvarsi in avanti e a spostare in avanti il proprio baricentro) e un rallentamento dell’andatura con l’ampiezza del passo che si raccorcia e con i movimenti pendolari automatici delle braccia, che contribuiscono alla propulsione armonica, che progressivamente col progredire della malattia si spengono.

Il Nordic, grazie all’uso dei bastoncini, necessariamente va a stimolare una ripresa dei movimenti pendolari delle braccia che a loro volta stimolano il passo ad una maggiore ampiezza.

L’appoggio dei bastoncini allarga la base d’appoggio e migliora la stabilità del paziente riducendo la paura della caduta e migliorando la fiducia nei propri mezzi.

Inoltre il tronco giocoforza viene ad assumere una posizione più eretta e meno incurvata in avanti con una più fisiologica andatura e un baricentro più correttamente posizionato.

Ovviamente questi risultati sono il frutto di un progressivo impegno da parte degli istruttori nell’addestrare il paziente alla coordinazione con esercizi dalla complessità crescente fino al raggiungimento dell’obiettivo che, come sempre, deve essere personalizzato alla tipologia e alla gravità di malattia e alle patologie preesistenti.

Non va infine dimenticato che l’attività di gruppo ha per il paziente parkinsoniano un valore aggiunto legato al fatto che l’osservare un’azione stimola alcuni neuroni del nostro cervello, detti neuroni a specchio, all’apprendimento del movimento.

Un valore aggiunto, questo, che solo questo tipo di attività, come anche la danza, può dare.

Quali sono i benefici che ha riscontrato sui suoi pazienti per chi pratica il Nordic Walking?

 I benefici sono di due ordini:

1. fisico, con un progressivo allungamento del passo e una ripresa anche solo parziale del pendolarismo delle braccia e un miglioramento della postura

2. psichico, con la socializzazione che tali attività comportano il paziente impara a fare gruppo, a considerare i propri limiti come un obiettivo piuttosto che come un impoverimento.


Quali sono gli stadi della malattia in cui ha riscontrato i maggiori benefici nella pratica dell’attività?

Sicuramente le fasi iniziali e intermedie sono quelle più favorevoli anche perché sono quelle in cui l’effetto della terapia farmacologica è migliore.

C’è un minimo di orizzonte temporale prima di riscontrare dei benefici?

Premesso che ogni paziente è una storia a sé, i benefici si riscontrano già dopo il primo mese di trattamento. Ciò che è importante è continuare a coltivare l’attività perché senza un continuo esercizio non si può consolidare il risultato e i miglioramenti che si ottengono nell’arco di 1-2 settimane vengono poi persi.

 Si sentirebbe di dare, come medico, un paio di consigli agli istruttori di Nordic Walking affinché riescano a ottenere migliori risultati con i malati di Parkinson?

Una parola su tutto: empatia. Osservare, percepire come il malato esprime il proprio corpo che cambia, apprezzare la rabbia che a volte si cela dietro il rifiuto di un gesto significa poi poter tagliare su misura per ognuno la migliore terapia che darà i migliori risultati. Per le abilità tecniche credo che tutti gli istruttori di Nordic siano perfettamente preparati ma ciò a volte può non bastare per fare la differenza.

 Ci sono controindicazioni o situazioni particolari in cui consiglia di evitare la pratica del Nordic Walking ai malati di Parkinson?

 I pazienti con grave compromissione motoria o con decadimento cognitivo sono indubbiamente i soggetti più difficili e che regalano minori soddisfazioni oltre che mettersi in condizioni in cui una caduta può essere anche un elemento precipitante un equilibrio molto precario preesistente. Conoscere un po’ questi limiti permette di selezionare i pazienti più adatti, creando dei gruppi di lavoro omogenei in cui tutta la coorte lavora in sintonia con l’istruttore.

Il Nordic Walking è un’attività che si pratica all’aria aperta, può questo portare ulteriori benefici per un malato?

Sì certo, le attività all’aperto sono molto più stimolanti anche se il caldo estivo deve essere evitato per via anche della maggiore labilità del sistema nervoso vegetativo a controllare adeguatamente la pressione arteriosa e la dispersione del calore che l’attività fisica induce.

Ovviamente ci sono altre attività fisiche propedeutiche per i malati di Parkinson, a suo giudizio quali sono quelle che più sono complementari alla pratica del Nordic Walking per i malati?

Nel Parkinson si è visto che le attività motorie sono spesso favorite da stimoli facilitanti che danno un ritmo. Quasi che il ritmo, che sia esso un metronomo, una luce intermittente o la melodia di una musica consentano al cervello di utilizzare vie alternative per utilizzare programmi motori che la malattia ha reso inaccessibili. E’ esperienza comune di come esistano pazienti incapaci di camminare ma in grado di ballare senza la minima indecisione proprio perché guidati dalla musica. Ecco quindi che tutte le attività che sottendono un ritmo hanno una valenza terapeutica.

Grazie Dott. Grassi per questa interessante e utile chiacchierata sul Parkinson e il Nordic Walking.



Intervista alla Sig.ra ROSETTA PIROCCA - Presidente Associazione Parkinson Insubria Groane sezione Garbagnate M.

Per completare i punti di vista e le opinioni sul Nordic Walking e il Parkinson e la collaborazione tra le due associazioni, abbiamo il piacere di affrontare questo tema anche con As.P.I. Groane rappresentato dalla Presidente Rosetta Pirocca.

Per la nostra ASD NW INMYLIFE questa collaborazione è molto interessante, positiva e generatrice di motivazione per i nostri istruttori, come è arrivata a noi e qual è la sua opinione dopo il primo anno di collaborazione?

Sono arrivata alla vostra associazione, dopo una approfondita e tenace ricerca e ho colto subito la grande competenza e serietà degli istruttori. Al termine del percorso di questo primo anno che ci ha visto collaborare non posso che confermare la mia prima impressione.

Quali sono i ritorni che avete avuto dai partecipanti alle attività svolte dalla nostra ASD?

Ad oggi non abbiamo fatto domande dirette ai partecipanti, ma posso però assicurare che abbiamo visto dei notevoli benefici motori e anche psicologici in tutti coloro che hanno svolto questa attività.

Cosa ha più apprezzato del lavoro svolto dai nostri istruttori?

Sicurezza, competenza ma soprattutto disponibilità degli istruttori nel guardare a fondo la persona e comprenderne l’esigenza, magari anche del momento, e di conseguenza applicare la disciplina in modo utile a  far superare le difficoltà motorie presenti. 

Cosa invece pensa che dovremmo migliorarci per collaborare ancora meglio con voi e aiutare di più i vostri associati?

Attenzione ed empatia degli istruttori viaggiano alla grande. Noi contiamo vivamente che il lavoro di rete, che stanno svolgendo e programmando i vari professionisti che collaborano con As.P.I. Groane, porti ulteriori miglioramenti ai pazienti.

C’è qualcosa di particolare che le piacerebbe far conoscere della vostra associazione e delle iniziative a cui state lavorando?

Oltre alle attività che abbiamo messo in campo e che continueremo anche per il nuovo anno, la nostra Associazione è sempre alla ricerca di iniziative che portino beneficio ai nostri associati per migliorarne la qualità di vita, che è uno dei principali obbiettivi della nostra Associazione.

Stiamo infatti già lavorando sulla “Giornata Nazionale Parkinson”. Evento che non si occupa del solo aspetto scientifico ma che prende in conto anche l’aspetto psicologico del paziente. Faremo, tutti assieme, un “viaggio fantastico nella disabilità”   

Grazie Rosetta per questa amichevole chiacchierata sulla disabilità e la nostra collaborazione in corso.


Video esplicativo delle attività svolte con le persone malate di Parkinson dell'AS.P.I.GROANE

 

I bastoncini da Nordic Walking sono uno strumento che i pazienti affetti da Parkinson apprezzano molto, perchè si sentono più sicuri durante il cammino avendo a disposizione quattro appoggi. L'equilibrio è più stabile, migliora, in ampiezza il pendolarismo delle braccia e i passi diventano più lunghi.

La persona affetta da Parkinson tende anche ad avere una postura flessa in avanti con conseguente spostamento anteriore del baricentro che potrebbe causare delle cadute. L'uso dei bastoncini da nordic contrasta tutto questo dando una postura più eretta e lo spostamento del baricentro del corpo all'interno dello spazio del passo, tra il piede anteriore e quello posteriore